Terre Senesi

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Ricordi del viaggio in Toscana

Dice Saramago che “bisogna vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era.”

Sono tornata dopo tanti anni nelle Terre di Siena. I luoghi già visti mi sono sembrati nuovi. La luce, la stagione, i colori, non erano più quelli; io stessa sono cambiata.

La magnificenza del duomo di Siena ci coglie di sorpresa. Il cielo è blu e la facciata di marmo bianco intessuto di bassorilievi, statue, colonnine, cuspidi si mostra in tutto il suo splendore nel limpido sole pomeridiano. All’interno il duomo custodisce una straordinaria ricchezza di tesori; c’è un incanto esagerato di affreschi, decori, pale d’altare, sculture marmoree. Accanto al duomo si eleva il bel campanile romanico con fasce di marmo bianco e verde, ben visibile anche negli scorci panoramici di questa città d’arte. In Piazza del Campo, nell’emiciclo scenografico chiuso tra i palazzi, sotto l’ombra della Torre del Mangia, la gioventù assapora il tepore di un sole birichino che si mostra e si nasconde in questa primavera bizzarra. 

Il paesaggio dal finestrino del pullman è piacevolissimo. Attraversiamo tratti della Val d’Orcia e Val di Chiana in un su-e-giú collinare dove l’occhio riposa tra verdissime pianure fertili che si accavallano, disgiungono e sfumano in lontananze azzurrine. Calanchi, colline brulle e avvallamenti ocra caratterizzano le Crete Senesi. Costante è la presenza dei bei cipressi in fila indiana, dei pini marittimi, dei vigneti, degli ulivi dalle chiome tremule e argentee. A tratti compaiono macchie di giallo, qualche gregge, masserie tra le coltivazioni.

Bellissime cittadine medioevali ci aspettano: Volterra, San Gimignano, Montalcino, Montepulciano, San Quirico… Percorriamo a piedi brevi tratti in salita per raggiungere il centro dei borghi alti sulle colline. Si va al passo dei più lenti e si dà il braccio a chi fatica un po’. Non ci si lascia scoraggiare da qualche goccia di pioggia, da una folata di vento freddo, da un attimo di stanchezza. La bellezza dei luoghi ripaga alla grande. Ascoltiamo le spiegazioni interessanti delle guide, godendo di quella bella parlata toscana dove le vocali sono aperte e chiuse proprio dove serve e dove la C aspirata resta quasi soffocata in gola. Ammiriamo torri, fortezze, pregevoli edifici, palazzi nobiliari, chiese, cinte murarie, sorgenti d’acqua. Tocchiamo con mano la laboriosità artigianale e artistica di chi vive in queste zone. Fermiamo con un click quante più immagini possiamo: uno scorcio pittoresco, la figura di un Pulcinella sulla torre dell’orologio, un glicine enorme abbracciato alla pergola, un dettaglio prezioso o un souvenir singolare appeso in bella vista.

Nel corso di questo bellissimo itinerario, visitiamo borghi e cittadine molto conosciuti, ma anche gioiellini meno noti eppure di grande fascino come l’ Abbazia di Monte Oliveto Maggiore con lo splendido chiostro affrescato e San Galgano con l’eremo e le suggestive rovine dell’ Abbazia Cistercense.

Rientriamo con un bel bagaglio di conoscenza e con gli occhi ancora pieni di immagini dei luoghi visti; ma anche con qualche con qualche bottiglia di buon vinello, olio, confezioni di pici e aglione essiccato e con ricordini per parenti e amici. David guida attento, sicuro, prudente. Anacleto e i suoi collaboratori rendono il viaggio piacevole con pensieri belli, riflessioni, lettura delle impressioni di viaggio dei partecipanti, e perfino con una tombola per alleggerire e chiudere in bellezza, allegria e condivisione il viaggio. 

~Nidia Vedana~

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