Algeria

image_pdfimage_print

ALGERIA, Scrigno di gioielli

 

L’Algeria, per me, è stata una sorpresa da ogni angolazione la guardassi e la vivessi seppur per pochi giorni. Questa terra di contrasti tra il mare e la sabbia, tra passato e presente, tra modernità e tradizioni, mi ha donato emozioni uniche.  Le bellezze che mutavano nei vari paesaggi avevano sempre una costante: la cortesia degli abitanti, che fossero cittadini o gente dei villaggi. In più, il viaggio in Algeria ha avuto un valore aggiunto: l’amicizia. Tra i citigini partecipanti infatti, c’era la conoscenza e la confidenza reciproche cresciute nel tempo e rinsaldate dai tanti giri per il mondo fatti insieme. Così il tour tra il Mediterraneo e il Sahara ha avuto più il sapore di una scampagnata tra amici piuttosto che di un viaggio fra turisti.

Non sono mancati i disagi, certo. Otto viaggiatori sono rimasti senza bagaglio per diversi giorni (valigie  consegnate a Venezia il giovedì e ritirate ad Algeri il lunedì) e conseguente viavai di mutande e magliette in prestito. Un altro po’ di preoccupazione aveva preso tutti a causa del pericolo “droni  misteriosi” sul cielo dell’aeroporto di Francoforte (giro ampio il nostro: Italia, Germania, Africa), con annullamento dei voli, lunghe attese, breve notte semi in bianco trascorsa in albergo e sveglia all’alba. Per il resto tutto è andato bene, anzi benissimo.

Il viaggio in Algeria rimarrà indimenticabile per le tante perle che ci ha regalato a partire dalla guida, un bel ragazzone piemontese simpatico, colto e disponibile. Brava anche la nostra accompagnatrice Chiara. A far corona a tutto c’erano gli esperti e cortesi autisti berberi e gli squisiti piatti della cucina araba serviti per alcuni giorni in pieno deserto, o sotto uno sperone di roccia o all’ombra di un’acacia, con tanto di chef in divisa e guanti bianchi. Il Sahara, oltre alle sue bellezze indescrivibili, ci ha offerto pure l’emozione di cenare al chiaro di luna e al lume delle fiaccole accompagnati da un concerto di musica tradizionale. Anche il cielo è venuto in nostro aiuto con una chicca: un giorno ha persino piovuto tra le sabbie finissime e i pinnacoli imponenti.

Abbiamo visitato la bella Algeri adagiata sulla splendida baia che dal mare verso la collina si trasforma da bianca città monumentale in stile francese alla classica casbah araba. Ci siamo poi immersi nella storia, la nostra storia, con la visita ai siti romani dell’elegante Constantine e a quelli strepitosi dell’Unesco a Timgad fondata dall’imperatore Traiano e a Djemila, anche questo patrimonio dell’umanità. Poi in volo verso Djanet dove ci ha accolto un caratteristico e grazioso alberghetto lambito dalle sabbie del deserto. E da qui il tuffo nel grande e variegato Sahara fatto di rocce maestose, di pareti segnate da incredibili graffiti di epoca neolitica, di dune di sabbia rosa senza fine e di canyon con  pozze d’acqua e vegetazione. Tutto si è concluso con le vestigia fenice prima e romane poi di Tipasa, “città abitata dagli dei” la descrisse Albert Camus, posta tra l’azzurro del mare e del cielo.

                                                                                             Maria Zampieri

Share