Ricordi di Castelluccio di Norcia

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Castelluccio: Intinerario d’arte e di fiori

Nell’ultimo assolato caldissimo fine settimana di giugno – cappellini in testa, ventagli che si agitano, ombrellini aperti, mini ventilatori portatili in funzione – la comitiva bellunese citigina si muove tra i vicoli dei borghi umbri cercando riparo accanto ai marciapiedi ombreggiati, sotto un albero, nell’androne di un palazzo, nel fresco di una chiesa.

Siamo nel cuore dell’Italia, in una regione prevalentemente montagnosa e collinare dove i pendii sono spesso ricoperti da fitti boschi verdissimi intervallati da ampi appezzamenti agricoli e interrotti da corsi d’acqua. In questo periodo estivo il paesaggio si abbellisce dei colori caldi delle campagne, del giallo ocra del frumento maturo, dei covoni e delle balle di fieno arrotolati ad arte, delle enormi bellissime distese gialle di girasoli. E l’occhio si bea, l’animo si distende nel seguire le lunghe file ondulate di vigneti e  il verde argentato degli ulivi; entrambi racchiudono tesori amabili al palato che abbiamo avuto la fortuna di degustare e apprezzare.
Visitiamo cittadine ricche di storia, tradizioni, arte. Ci affascinano la bellezza dei luoghi e lo straordinario patrimonio artistico e culturale presente perfino nei piccoli borghi. A Foligno spicca per la sua imponente bellezza Palazzo Trinci, prestigiosa dimora tardogotica che contiene un prezioso ciclo di affreschi del Quattrocento, opera di Gentile da Fabriano. Di Montefalco voglio ricordare la possente cinta muraria, il bellissimo complesso museale di San Francesco e le grandi piante di capperi fiorite aggrappate al muro. La nostra visita nel borgo di Bevagna coincide con le giornate di rievocazione storica medievale; antichi mestieri, gente in costume ci portano indietro nel tempo in un affascinante passato.
Per buona parte del gruppo Castelluccio di Norcia è forse la ragione principale del viaggio, e la fioritura multicolore l’evento più atteso. Siamo nel periodo giusto ma la natura ha i suoi ritmi, le sue variabili ed è meglio non illudersi troppo, chissà… La bravissima guida ci invita ad essere prudenti a non aspettarci meraviglie per non rimanere delusi. I primi scorci nelle ampie vallate mostrano solo terreni verde pallido, verde intenso, verde che sembra velluto, tante sfumature di verde. E i colori? La sorpresa arriva quando saliamo più su, a 1400 metri dove sorge il piccolo borgo. Colori sfumati ma ben visibili rallegrano gli occhi e l’umore. Rettangoli rossi, strisce di azzurro, macchie di giallo e di bianco disegnano un quadro bellissimo. Percorriamo a piedi un breve tratto tra papaveri, fiordalisi, margherite, spighe e altri fiori. Lo spettacolo è bellissimo, si scattano foto a non finire, si vorrebbe fermarsi più a lungo, camminare ancora, fin laggiù…

                                                                                                                                                                         ~ Nidia Vedana ~

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