In Tunisia tra Storia e Tradizioni
E’ a due passi dall’Italia, ma è profondamente diversa la Tunisia.
Basta un breve tratto di mare e, come sai, le abitudini, il modo di vivere e i costumi sono profondamente diversi dai nostri. Eppure quando arrivi in quel paese ti sembra quasi di essere a casa. Perché lì molta parte del territorio parla ”romano” con un linguaggio ad alti livelli. Che è quello della storia, di quella storia che ognuno di noi conosce, perché o l’ha studiata a scuola o l’ha imparata dal cinema. In quei luoghi rimani a bocca aperta davanti agli straordinari mosaici delle case patrizie, molti dei quali appesi come quadri nello splendido museo del Bardo di Tunisi; tanto preziosi che ti senti profano quando calpesti quelli lasciati a pavimento. Assapori anche la bellezza dei luoghi eletti dai romani come loro residenze e tutto quello che ciò comportava: terme, templi, teatri, strade lastricate e vie colonnate. Tutto questo puoi vedere a Bulla Regia, a Dougga e tra i resti di Cartagine. Qui ti pare addirittura di udire quasi il ribollire del mare sotto le potenti navi puniche o di respirare l’odore acre dei resti fumanti della Cartago incenerita.
Stupefacente, e per certi versi sorprendente, è stata la visita all’anfiteatro romano di El Jem, chiamato a pieno titolo “Colosseo”, secondo solo a quello di Roma, rimasto ancora in buono stato e capace di farci calare con la fantasia nel pieno dei “giochi” cruenti dell’epoca. Oltre ai siti archeologici della Roma imperiale, in questo viaggio abbiamo visitato le grandi moschee come quella di Okba, la fortezza araba di Monastir, il villaggio troglodita di Sidi Driss e l’oasi di Chebika.
Il viaggio è proseguito, tra le lamentazioni della guida Azmi che ha coinvolto tutti nel patimento per il suo ramadan, immergendoci nel deserto, quello vero, fatto di sabbia e dune, che a noi ha riservato il suo carattere più rude. Per aggiungere il campo tendato siamo andati per alcune ore pressoché alla cieca lungo la pista cancellata dal ghibli e oscurata dal tramonto incipiente, cosa ben più complicata della “spiritosa” corsa sul tratto della vecchia Parigi-Dakar. Tra i prepotenti sobbalzi dei fuoristrada (uno si è quasi ribaltato) per farci coraggio nel nostro mezzo cantavamo le canzoni trasmesse per noi dall’autista: alla grande Ricchi e Poveri, Albano e Romina e Toto Cotugno. Infine la meta nell’oscurità. Non abbiamo visto le stelle, ma la serata ci ha riservato un focolare in circolo e una cena prelibata in allegria. Poi tutti a letto nelle tende di lusso sotto una rara pioggia battente.
Maria Zampieri


