Nel complesso di Angkor Wat una interessante “galleria” ci fa apprezzare la grande maestria degli artigiani khmer: una sequenza di bassorilievi dei quali la nostra guida, Kim, ci racconta le storie ed i personaggi. Sono ottimamente conservati rispetto ad altri poiché protetti dalla volta della galleria che fortunatamente è integra ed ha protetto i manufatti dalle intemperie.
Angkor
Laos e Cambogia… impressioni
Laos e Cambogia due paesi con storia e tradizioni millenarie ma anche, purtroppo, periodi “recenti” di guerra ed atrocità. Il nostro gruppo è giusto per numero e per affiatamento, con la discreta e sapiente guida di Loris.
Laos e Cambogia
tra le acque del Mekong e i siti di Angkor
Come una scolaresca. Il gruppo dei 16 citigini, tenuti sotto controllo da Loris, in Laos e Cambogia hanno dato l’idea che il tempo per loro non fosse trascorso. Come giovinetti, infatti, erano presi da emozioni che mutavano giorno dopo giorno: curiosi, meravigliati e affascinati dalle bellezze della natura e dei templi. Siti indimenticabili e luoghi che, come il maestoso Mekong, richiamavano ricordi di gioventù, terribili e anche mitici di una guerra lontana lungo quel fiume di cui allora capivamo ben poco.
Laos e Cambogia 🗓
31 gennaio – 12 febbraio 2020
Il respiro del Mekong
Il Laos custodisce, nonostante anni di guerra laterale li avessero messi in pericolo, l’ambiente e la cultura meno contaminati di tutto il sud-est asiatico. Le città ancora conservano i ritmi e le abitudini di villaggi di campagna, con il traffico ridotto e rilassato, le sottili imbarcazioni che volano sulle onde placide del Mekong, e le foreste che le assediano, in cui gli unici rumori sono i versi degli uccelli e delle scimmie. Fin dall’alba quando i giovani visi sorridenti dei monaci vestiti di zafferano, ringraziano solo con un impercettibile inchino degli occhi chi offre loro il pasto del giorno che comincia, un viaggio nel Laos è innanzitutto una gradita esperienza di silenzio.
Ventotto anni di guerra, e non dimostrarli. La Cambogia è finalmente emersa da decenni di guerra e isolamento che l’hanno reso sinonimo di atrocità, profughi, povertà e instabilità politica. La pace è ancora giovane, ma stabile, e l’atmosfera del Paese è sospesa in un limbo di dolce e moderata euforia per un benessere che gradualmente, senza fretta, comincia ad affermarsi.