Salce – Camminata di primavera
Gli anemoni bianchi di Venere
… e quale fu lo stupore ancora ingenuo e sognante della sposa novella, appena uscita dalla chiesa, nel vedere l’erta stradina sassosa (che dalla chiesetta porta verso il borgo) diventata un po’insidiosa per le sue scarpine ormai, sul far della sera, quando si accorse che entrambi i bordi dell’ampio sentiero erano cosparsi di anemoni bianchi e particolarmente luminosi nell’oscurità pressochè totale: Venere, la dea, non volendo che qualcosa di suo andasse sprecato, nemmeno le lacrime; avendo il potere di trasformare (nel suo dominio) anche i dolori in gioie e volendo fare un regalo nuziale alla sposa, aveva profuso il suo cammino di anemoni bianchi, gocce che, per divina concessione, sarebbero diventate ( solo per la sposa, sia chiaro) lacrime di gioie e delizie amorose.
Primo pomeriggio. E’ quasi primavera ormai: appare finalmente un bel solicello e tutto invoglia a raccogliere l’invito del CTG che che, nella Camminata di Primavera, ci propone la scoperta di Salce, piccola frazione appena fuori Belluno, lungo la strada per Feltre sulla destra Piave.
In due passi arriviamo al “centro”: uno slargo intorno a un lavatoio e a una fontana che un tempo servivano tutta la comunità. Non lontano si erge il modesto muro di contenimento di Villa Giamosa, risalente al 1400 su basamenti molto più antichi. Il muro è inaspettatamente interrotto da una cappella con ingresso principale sulla piazzetta e frequentata anticamente dai coloni che nei giorni feriali lavoravano la terra dei padroni. All’interno la cappella appare più grande e ospitale che dall’esterno. Un’uscita laterale immette sull’ampio prato ben tenuto dove sorge la casa: la dotta e professionale Lidia Rui ci illustra la storia della fabbrica e dei suoi proprietari nei secoli e richiama la nostra attenzione sui non pochi particolari architettonici, compresi quelli della cantina, forse fondamenta di un’antica fortificazione. Al compito della presentazione della imponente ma sobria villa antica collaborano gli attuali suoi custodi e proprietari (con qualche goccia di nobiltà nel sangue).
Anacleto Boranga immediatamente e ripetutamente ci fa chinare per ammirare da vicino fiori o ci fa stare a testa in su per (ri)conoscere arbusti ed alberi: qui un fico secolare, là un carpino scanalato o un maestoso pioppo bianco.
Incominciamo la discesa verso il Piave e ci inoltriamo in un paesaggio prevalentemente boscoso, solo qua e là interrotto da seminascoste, discrete ville residenziali.
A questo punto facciamo finalmente conoscenza, ai bordi del comodo sentiero tortuoso e ombroso, del fiore e della pianta dell’anemone. Ovidio racconta che esso nacque dalle lacrime di Venere, quando seppe della morte del suo Adone ferito gravemente da un cinghiale.
A metà della discesa ammiriamo una deliziosa cascatella d’acqua: ottimo pretesto utilizzato da Anacleto per spiegarci bene il fenomeno del carsismo, favorito dalla natura calcarea della roccia. Durante il percorso ad anello con vista sul Piave, questa volta è Lidia che ci fornisce preziose informazioni sul paesaggio.
Incomincia ora la salita finale che ci porta verso l’ultima meta: la chiesetta di san Pietro. Qualcuno, salendo, pensa alla Via Crucis (sarà l’imminenza della Pasqua?) finchè il gruppo si ritrova sulla sommità del colle sul quale fu eretta la chiesa e capisce perché proprio lì: la vista che si offre agli occhi è davvero profondamente rasserenante.
Ancor più rasserenante è l’incontro col parroco di Castion, don Marco, che viene a celebrare con noi la pasqua del CTG! L’omelia pasquale, carica di speranza, già ci predispone bene alla lieta conclusione dell’escursione: sul sagrato alcune pie donne hanno già ridotto alcune focacce in maxiporzioni e alcuni pii uomini hanno provveduto a procurare il degno accompagnatore di tutti i brindisi, bianco e nero.
Si scende verso le macchine che è ormai buio e, a metà della stradina sassosa dai bordi infiorati, dico a mia moglie:
– L’hai vista anche tu?
– Chi? – risponde-
- La sposa che usciva dalla chiesa!
- – Ma… dici sul serio?
- – Sì, ti dico: tutta bianca e sorridente con gli anemoni ai lati che le indicavano la via al buio…
- Ma va’ là – risponde- hai bevuto troppo! Vieni, andiamo a casa a dormire! –
Domenica, 17 marzo 2024, a tre giorni dalla primavera (che quest’anno è cominciata il 20 marzo!).