Provenza: terra di colori e di profumi

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“Le jeux sont fait…en Provence!”
Questo è stato per noi un viaggio davvero speciale. Lo ricorderemo soprattutto per la varietà dei paesaggi, i loro colori e i profumi assaporati tra un’escursione e l’altra.

Giunti in Provenza, le Gorges du Verdon, ci accolgono facendoci rabbrividire di fronte a un canyon impressionante di rocce sfumate di rosa, a strapiombo sul corso dell’omonimo fiume che fa bella mostra di sé con le sue acque verde smeraldo.
Il borgo medievale di Moustiers Sainte Marie, incastonato fra due rupi rocciose, sembra un presepe. Lungo le sue viuzze, tra ponti in pietra e piccole fontane, graziosi negozi di maioliche attirano lo sguardo del visitatore. E la stella? Non sarà vero, ma per noi è piacevole pensare che sia stata collocata lì al ritorno dalle crociate, a protezione del luogo, proprio come la cometa di Betlemme.
Il percorso alla volta di Marsiglia è un susseguirsi di campi di lavanda che riempiono i nostri occhi di viola, un viola a cui il sole toglie un po’ di intensità, ma non il forte profumo che inebria tutta l’aria.
Ecco Marsiglia dolcemente adagiata sul suo golfo, protetto da brulli promontori rocciosi. Al nostro arrivo si comprende immediatamente come sia una città di porto cosmopolita e dunque aperta al mondo. I suoi edifici interamente rinnovati non lasciano minimamente immaginare il suo passato tumultuoso, ma la proiettano verso un futuro attivo e attraente.
Nel saponificio “Marius Fabre”, a Salon, l’odore acre del sapone non risparmia qualche smorfia di disgusto, ma la spiegazione della guida interessa a tal punto che tutti acquistano questo prodotto prezioso per la pelle.
Arroccata su un impervio spuntone roccioso dell’Alpilles, Les Baux de Provence, con il suo imponente castello, incute un certo timore in chi si avvicina. Attraversando il borgo caratterizzato da piccole piazze, terrazze ombreggiate, vicoli e negozietti si respira, invece, un’aria frizzante che stimola non poco la macchina fotografica.

17-22 luglio 2017 Provenza

Tutto cambia quando ci avviciniamo a S. Remy. I colori diventano delicati, sembrano usciti da un sogno. Siamo immersi in un misto di passato e presente: dall’antico Mausoleo romano con l’Arco di Trionfo di Glanum, agli ulivi che ci ricordano i meravigliosi dipinti di Van Gogh che qui trascorse un anno della sua tormentata esistenza. Bisogna però dare sfogo all’immaginazione per riuscire a vedere attraverso questo luogo così delicato i colori violenti e quasi disperati con i quali l’artista ha riempito le sue tele. Una sua statua che abbraccia un mazzo di girasoli ci accoglie lungo il viale di accesso al Monastero divenuto nel tempo Ospedale Psichiatrico. La chiesa, il chiostro trapuntato di begonie, tutto è estremamente pacato; solo le stanze dei malati di mente inquietano e fanno riflettere.
Alghe color verde bottiglia colorano il fiume Gardon, copioso affluente del Rodano. Su queste acque si rispecchiano le bianche pietre calcaree del Pont du Gard, maestosa opera ingegneristica realizzata dai romani, un acquedotto a tre arcate perfettamente conservato che domina il fiume con la sua possenza ed eleganza.
Avignone, antica città papale, regala un altro momento di storia a questo nostro viaggio in terra di Provenza. Il Palazzo dei Papi, a ricordo della “Cattività Avignonese”, troneggia al centro della piazza creando un impatto quasi disarmante. Niente lusso, niente sfarzo, solo una maestosa architettura medievale che domina tutta la scena. Fuori dalle antiche mura il famoso Ponte di Avignone ci invita a canticchiare il classico motivetto.

17-22 luglio 2017 Provenza

Ocra, arancio, rosso, mattone, bruciato, eccoli i particolari colori caldi del massiccio del Luberon. L’itinerario ci conduce alla scoperta di strane concrezioni rocciose dalle mille sfumature che contrastano con l’azzurro intenso del cielo e il verde brillante dei pini che crescono qua e là. Il pittoresco borgo di Roussillon è un tutt’uno con le rocce circostanti, come una tavolozza di colori, dunque, che si apprezza ancora di più percorrendo le sue strette stradine, dove si affacciano botteghe di ceramiche dipinte sui toni dell’ocra e graziosi ristorantini.
Tra le colline, in una culla adagiata sui campi di lavanda, ecco l’Abbazia cistercense di Senanque. Il silenzio e la pace la fanno da padroni. Grazie alla luce pomeridiana che entra dai rosoni romanici ammiriamo le semplici forme della Chiesa abbaziale, dove si respira un’atmosfera che ti porta indietro nel tempo.
Ultimo vero gioiello del nostro viaggio è Gordes, “palcoscenico” del film un’Ottima annata. Questo suggestivo borgo in pietra dalle varie tonalità del beige, punteggiato dal verde cupo dei cipressi, è uno spettacolare terrazzo sul Luberon. Il suo castello, la famosa fontana, le stradine lastricate lo rendono un luogo davvero unico.
E ora, chiudendo gli occhi, nel rivedere tutto ciò, sentiamo ancora qualche brivido di paura scendere lungo la schiena, il frinire delle cicale, la voce pacata di Carmelo, le chiacchierate in piacevole compagnia, una birra lasciata là, un gelato troppo grande per essere leccato, le navettes che sanno di dopobarba, il profumo del caffè in pullman…
…emozioni e ricordi di uno splendido viaggio di mezza estate.

Barbara con Ivan
Paola con Fabrizio e Daniele

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