31 gennaio – 12 febbraio 2020
Il respiro del Mekong
Il Laos custodisce, nonostante anni di guerra laterale li avessero messi in pericolo, l’ambiente e la cultura meno contaminati di tutto il sud-est asiatico. Le città ancora conservano i ritmi e le abitudini di villaggi di campagna, con il traffico ridotto e rilassato, le sottili imbarcazioni che volano sulle onde placide del Mekong, e le foreste che le assediano, in cui gli unici rumori sono i versi degli uccelli e delle scimmie. Fin dall’alba quando i giovani visi sorridenti dei monaci vestiti di zafferano, ringraziano solo con un impercettibile inchino degli occhi chi offre loro il pasto del giorno che comincia, un viaggio nel Laos è innanzitutto una gradita esperienza di silenzio.
Ventotto anni di guerra, e non dimostrarli. La Cambogia è finalmente emersa da decenni di guerra e isolamento che l’hanno reso sinonimo di atrocità, profughi, povertà e instabilità politica. La pace è ancora giovane, ma stabile, e l’atmosfera del Paese è sospesa in un limbo di dolce e moderata euforia per un benessere che gradualmente, senza fretta, comincia ad affermarsi.

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