tra luoghi pittoreschi, scogliere e maree
Mamma mia che viaggio!!! Se dovessi ripensare a tutto quello che ho visto e ascoltato dalle guide che ci hanno accompagnato lungo questo itinerario, rischierei sicuramente di fare una confusione madornale! Allora chiudo gli occhi e rivedo ciò che mi ha maggiormente colpito e che è rimasto impresso nella mia mente. Subito inizia a scorrere una serie di immagini che si susseguono rapide come i fotogrammi di una pellicola.
La prima cosa che mi appare è la campagna francese, oltre il Monte Bianco, con le sue distese sconfinate di frumento ormai maturo e di granoturco, frammiste ai campi gialli dei girasoli. Acqua, acqua ovunque, fiumi grandissimi sovrastati da ponti avveniristici, ai quali noi non siamo abituati.
Un flash su Versailles e poi Rouen dove la cattedrale troneggia sulla piazza ostentando le sue trine in gotico fiammeggiante, mentre l’orologio astronomico con gli agnelli ricorda il commercio della lana e un’altissima croce nel vecchio mercato il martirio di Giovanna D’Arco.
I colori vivaci e i giochi di luce della notte nel porto di le Havre danno risalto a un’architettura davvero moderna e a dir poco audace.
Ecco davanti ai miei occhi Étretat, adagiata tra prati verdi e mare blu nel quale si tuffano le bianchissime e verticali falesie della Costa di Alabastro dalle forme più strane, mentre i gabbiani, padroni indiscussi del vento, aleggiano sopra di noi.
Honfleur, in contrapposizione a Étretat, presenta le sue case a carattere nordico in ardesia nera che si riflettono nelle acque del piccolo porto tra i colori sgargianti delle barche attraccate. Nel centro storico la chiesa di Sainte Catherine è davvero particolarissima con il suo campanile isolato e il soffitto simile ad un immenso “drakkar” rovesciato.
Le abbazie medievali di Caen e il suo possente castello fortificato non lasciano minimamente pensare al “martirio” subito durante la Seconda Guerra Mondiale. Solo la vecchia chiesa di Saint Etienne lo testimonia con i suoi ruderi. Qui il sole tramonta molto tardi ed è proprio in questi attimi che la città con le sue maestose architetture in pietra di Caen dai toni quasi aranciati, assume un fascino tutto particolare.
L’arazzo di Bayeux scorre come una sorta di cartone animato medievale, raccontando la conquista Normanna dell’Inghilterra. Sul tessuto di lino, i fili di lana dai colori naturali intessono scene di vita quotidiana, di navigazione, di guerra con personaggi riccamente vestiti dalle espressioni chiare e significative. Una cosa non dimenticherò sicuramente: i cavalli austeri, eleganti e leggiadri.
Con l’immagine di Arromanches si apre il sipario sullo sbarco in Normandia. I resti del porto artificiale si stagliano all’orizzonte, in mezzo al mare. Le batterie di artiglieria tedesche a Longues sur Mer mi impressionano per le loro possenti strutture. Ma sono i cimiteri sparsi in questo territorio che impongono un rispettoso silenzio. Le migliaia di croci bianche di quello americano a Colleville sur Mer sopra alla spiaggia di Omaha Beach, mi fanno venire ancora un tale nodo in gola che a fatica riesco a ricordare le spiegazioni di Gilles.
L’abbazia di Mont Saint Michel al tramonto è piuttosto inquietante, ma durante il giorno l’isola si manifesta in tutta la sua bellezza granitica e maestosa, in mezzo ai sedimenti sabbiosi lasciati dalle acque dei fiumi Sée, Sélune e Couesnon.
Con Saint Malo, città corsara, si entra in Bretagna dove l’uomo vive in simbiosi con il mare. I bastioni in ardesia, a difesa del porto, contrastano con il giallo dei licheni e il verde-azzurro delle alghe e dell’acqua. Granchi giganti, ostriche, astici e “galette” ecco i piatti tipici di questa frizzante città. E che dire delle caramelle mou e dei dolci salati? Una delizia!!!
Il cielo plumbeo nulla toglie alla scogliera di granito rosa dove lungo il Sentiero dei Doganieri convivono le palme con gli eucalipti e i pini.
Les Enclos Paroissiaux, i complessi parrocchiali recintati, sono una peculiarità dell’arte cristiana in Bretagna e sono rimasti saldamente impressi nella mia mente. L’arco trionfale, la chiesa, il calvario e la cappella funeraria realizzati in “kersantite”, lo scuro granito bretone con i proventi della vendita del lino, testimoniano la grande devozione di queste genti, nonché il bisogno di sentirsi protetti dai demoni. I calvari, in particolare, hanno una funzione didattica davvero speciale che mi consente di “leggere” la Passione di Cristo attraverso una sorta di “racconto” arricchito da elementi figurativi scolpiti alla base della croce posta all’esterno della chiesa.
Con Brest siamo di fronte all’Oceano Atlantico. Un porto che subito a prima vista con la sua massiccia fortezza, i suoi ponti, le darsene con le navi e gli elicotteri ti lascia intuire la sua funzione di base navale militare.
Attraverso una brughiera mista di ginepri, macchie di eriche e ginestre ecco che appare la punta estrema della Francia: Pointe du Raz. I fari in mezzo al mare, insieme alla statua della Madonna dei naufraghi rammentano la pericolosità di queste altissime scogliere schiaffeggiate dalle onde color smeraldo.
Non è possibile scordare Douarnenez con i suoi porti e i cimiteri navali e men che mai Locronan, la meravigliosa cittadina ridondante di ortensie. Ortensie in tutte le gradazioni dal rosa al viola, dal celeste al blu intenso che danno un tocco di colore alle sue case cinquecentesche in granito che circondano la splendida chiesa gotica dedicata Saint Ronan.
Alta e slanciata la cattedrale di Saint Corentin a Quimper accoglie un vezzoso matrimonio.
Acqua, ponti infiorati e mulini, questo regala ai miei occhi il pittoresco villaggio di Pont d’Aven e capisco perché abbia incantato anche molti famosi pittori tra i quali il post-impressionista Paul Gauguin.
Magistralmente allineati e saldamente inchiodati al terreno i megaliti di Carnac si manifestano in tutta la loro misteriosa imponenza.
Vannes appare come una città di straordinaria eleganza. Il piccolo porto, il lavatoio medievale, il castello con i suoi massicci bastioni addolciti da rigogliosi giardini fioriti, riempiono i miei occhi. Tra le coloratissime case a graticcio della città vecchia svetta grandiosa la sobria cattedrale gotica di Saint Pierre e cosa vi trovo all’interno? La tomba con le spoglie di S. Vincenzo Ferrer, santo molto amato in agordino per i suoi miracoli sui bambini e al quale è stata dedicata anche una piccola chiesetta proprio in una frazione di Agordo.
Nantes tra le acque della sua Loira ci accoglie verso sera sfoggiando il prestigioso Castello dei Duchi, la sontuosa cattedrale di Saint Pierre e Paul e il fastoso Hotel de Ville tutto in affascinante stile gotico.
Nonostante l’avessi già vista in un precedente viaggio, la maestosa cattedrale di Saint Etienne a Bourges mi incanta con i suoi possenti archi rampanti, i portali riccamente decorati e le vetrate dalle dimensioni eccezionali che regalano all’occhio del visitatore un suggestivo gioco di luci e colori. E il vecchio furgoncino degli artigiani pasticceri e cioccolatieri di Bourges? Fantastico!!!
Una notte a Lione e poi ecco di nuovo il Monte Bianco, attraverso il quale si rientra in Valle D’Aosta che con i suoi storici castelli è proprio la ciliegina sulla torta.
E ora, nel riaprire gli occhi, avverto una forte sensazione di sazietà, di piena soddisfazione, proprio perchè anche questo viaggio, come altri che ho fatto, mi ha arricchito interiormente con la varietà delle sue proposte che ho potuto condividere con un fantastico gruppo di amici.
Barbara