Impressioni di viaggio
Era già buio alle 19,40 quando siamo giunti a Mosca e subito con la guida Pietro siamo partiti per il previsto giro panoramico notturno della città, facendo sosta nella Piazza Rossa tutta illuminata a giorno. Che meraviglia, che gioia, che emozione trovarsi nella bellissima e famosissima piazza dove la Russia sovietica, con Stalin e via via con i suoi successori, voleva mostrare al mondo la sua grande potenza militare.
Ed è con grande interesse e piacere che, nelle giornate successive, abbiamo visitato la città ed ammirato le sue straordinarie bellezze: la cattedrale di San Basilio, il Cremlino, l’incantevole piazza delle cattedrali, dove una formazione di fanti e cavalieri con banda musicale si è esibita in spettacolari evoluzioni, ed inoltre la grandiosa metropolitana, storici palazzi, sontuosi monasteri e tanto altro ancora di questa immensa città (km 44 x 36). Una sera siamo andati a vedere il Balletto, ricco di numerosi ballerini e ballerine che, nei loro suggestivi costumi, si sono esibiti in applauditissime danze, compresa quella acrobatica dei cosacchi.
Allontanandoci da Mosca per circa 230 km in direzione Nord-Est, abbiamo successivamente percorso gli itinerari dell’Anello d’Oro (culla della storia e civiltà russa) attraverso un immenso territorio pianeggiante con boschi e boschetti di pini e betulle, prati e terreni agricoli, dove sorgevano qua e là piccoli agglomerati rurali con le caratteristiche isbe. Abbiamo così visitato le città di Suzdal, un grande museo all’aperto patrimonio dell’Unesco, di Vladimir, importante centro industriale, con l’imponente arco della storica Porta d’Oro, due ricchissime cattedrali ed altre interessanti opere, ed infine la città di Serguiev Posad, anch’essa patrimonio dell’Unesco, dove abbiamo ammirato il grande monastero di San Sergio, ricco di torri, campanili, edifici religiosi con cupole dorate secondo la tradizionale arte russa. A Suzdal siamo entrati in un piccolo cimitero dove sono stati sepolti militari italiani, morti in prigionia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il trasferimento da Mosca a San Pietroburgo l’abbiamo fatto comodamente in treno, percorrendo in quattro ore (19,40 – 23,40) la distanza di 600 Km. Arrivati a destinazione, la nostra guida Maria ci ha accompagnato in albergo, attraversando la città su una lunga e larga strada: la festosa Prospettiva Nevskij. San Pietroburgo è una ridente città sul golfo di Finlandia, con un grande porto, bagnata dal fiume Nevà e da altri minori corsi d’acqua e canali con numerosi ammirevoli ponti di collegamento fra le isole, dove è stata edificata la città fondata da Pietro il grande nel 1703. Essa è pertanto una città moderna con bellissimi palazzi e strade larghe e rettilinee. È anche sede di importanti fabbriche a livello nazionale per mezzi di trasporto, macchine ed attrezzature agricole sempre più richieste, mobilifici etc. E’ inoltre ricca di un grande patrimonio artistico, del quale, a parte il celeberrimo museo di Stato Hermitage, mi piace ricordare le grandiose ed emozionanti cattedrali di Sant’Isacco e della Resurrezione, detta anche Tempio del Salvatore sul sangue versato.
Sia Mosca, con undici milioni di abitanti, che San Pietroburgo, con cinque milioni, sono tenute perfettamente in ordine e pulizia: mai vista una carta sulle strade né una scritta sui muri.
Le due guide, Pietro a Mosca e Anello d’Oro e Maria a San Pietroburgo, sono state sempre all’altezza del loro compito per la vasta preparazione professionale e la costante premurosa attenzione. Pietro, un allegro ed estroverso cinquantatreenne era tifosissimo di Putin, possedeva un appartamento a Mosca, dove viveva con moglie e figlio, ed una dacia in campagna: “Ma non per questo sono ricco, come qualcuno di voi mi ha detto, tutti i moscoviti, con rare eccezioni, hanno la dacia. Per noi è una necessità poter trascorrere tanto tempo libero nella quiete della campagna e respirare aria pulita”. Maria non era per nulla tifosa di Putin e non aveva la dacia. Viveva in un appartamento col fratello assieme alla madre che dovevano aiutare economicamente, in quanto percepiva una pensione mensile corrispondente a 150 euro. “Qui i matrimoni durano poco – raccontava tra l’altro – anch’io sono divorziata, felicemente divorziata”, precisava.
Infine, credo che possiamo dire con soddisfazione che abbiamo fatto un gran bel viaggio, lontani dalle nostre case tutti insieme in sana allegria e buon umore. Ancora un grande plauso al nostro Loris, silenzioso accompagnatore, ma sempre concretamente ed efficientemente presente.
Con la speranza di poterci incontrare ancora, rivolgo a tutti un caro saluto.
Gian Paolo Sedda