“Vibrante e solenne come una preghiera, il canto dell’elefante risuona da millenni nelle terre africane, sospeso tra l’azzurro del cielo e la cupola delle foreste pluviali che lambiscono il Delta dell’Okavango.” (Wilbur Smith)
è significativo che la moneta locale Botswana: Pula significhi “pioggia” e le sue frazioni Thebe “goccia
[l’acqua qui è uguale: ricchezza!!]
Non avevo esperienza di safari africani [Libia, Egitto e Senegal erano state altre, seppur ricche, esperienze di viaggio] perciò per me tutto è stato nuovo, interessante, emozionante. La sistemazione in campi tendati mobili [a parte un po’ di “imbarazzo” per il wc chimico…] ideale per apprezzare ambiente, vegetazione, ed animali in libertà [abbiamo avuto anche la visita notturna delle iene in cerca d’acqua…] ed è anche per questo che la notte è sconsigliato uscire dalle tende.
L’organizzazione al campo ottima compresi i pasti appetitosi e variati di Susanna; hanno creato atmosfera anche i tramonti infuocati, le lanterne accese la sera dinnanzi alle tende, il falò serale ed uno sfavillante cielo stellato.
Fuoristrada confortevole: acqua e bibite fresche in abbondanza, copertina per le fresche temperature mattutine; ovviamente le strade sterrate e polverose implicano adattamento ed una schiena molleggiata.
La nostra guida ranger/autista si chiama Teko [è di una etnia chiamata Ba’ Yei] competente, attento ad ogni nostra richiesta, una risata ampia aperta e contagiosa; ha saputo guidarci ed interessarci alla flora e fauna del suo paese.
Dal delta dell’ Okavango [visto anche dall’alto per apprezzarne la totalità] fino alla cittadina di Kasane per terminare con la spettacolare vista sulle grandiose cascate Victoria [chiamate da etnia Kololo “Mosi oa Tunya” = il fumo che tuona] una varietà di colori e vegetazione hanno riempito i nostri occhi.
Verdi Acacie ed Alberi della pioggia, Ficus, Combretacee, foreste di Mopane [albero con le foglie a farfalla così amato dagli elefanti che, numerosi, ne fanno incetta lasciando solo gli scheletri], piante palustri e ninfee, Black Monkey Orange [i cui frutti sono una golosità per le numerose scimmie], foreste di Teak del Transvaal, imponenti Baobab dalla stupefacente ed inconfondibile chioma.
Insomma questa terra di savana e bush si è presentata varia nelle forme e nei colori.
Tutto questo multiforme paesaggio sfilava intorno a noi mentre Teko procedeva abilmente [a volte spericolatamente!!] in fuoristrada su sentieri sterrati dove il terreno ora duro, ora sabbioso, virava dai colori panna, al bianco gesso, al rossiccio, al giallo paglia dell’erba secca.
Teko ci ha raccontato che la zona più arida del vasto parco nazionale Chobe [e cioè la depressione del Mababe] milioni di anni fa era coperta da un grande lago/mare che, agitato da alte onde, ha levigato le pareti delle colline [chiamate Hill o Kopje] che oggi possiamo vedere sparse qui e là [in una di queste si possono ammirare le pitture rupestri degli antichi abitatori del luogo: i Boscimani]: il fiume Khwai arrivava fino a questo mare ed esso, attraverso il canale Savute, [oggi perlopiù in secca] fino al fiume Chobe. Sono ancora riconoscibili le rive sabbiose di questo grande lago nel “Sand Ridge” lunga dorsale di sabbia che confina con il fiume Chobe. Interessanti alcune rocce nere nei pressi; retaggio di antichissime eruzioni vulcaniche.
Ma i veri protagonisti sono stati gli animali liberi nel loro ambiente: numerosi e coloratissimi uccelli [Buceri dal caratteristico becco, Ghiandaie marine, Aquila pescatrice, Cormorani, Jacana, Cicogne, Martin pescatore, Ibis…]; Elefanti solitari od in gruppo; Ippopotami dei quali spuntavano dall’acqua occhi ed orecchie; pigri Leoni e Leonesse con i loro piccoli; l’elegante e ben mimetizzato Leopardo ora giocoso, ora intento a “sgranocchiare” sonoramente una zampa di Impala.
Antilopi di tutte le stazze; dai minuti Impala dagli occhioni umidi ai più imponenti maschi Kudu dalle artistiche corna. Alte Giraffe, Facoceri, Galline faraone; Babbuini e Cercopitechi attentissimi alle nostre pause pranzo. Coppiette di Manguste striate e di piccoli ma aggressivi Tassi del miele. Coccodrilli sornioni ma dall’inaspettata agilità di movimento improvviso.
Commoventi le cure parentali dei genitori Licaoni verso i loro piccoli: dalla lezione instancabile su come guadare un canale d’acqua, al pasto procurato dopo una mattiniera caccia collettiva all’Impala.Questa Africa ci ridimensiona: noi siamo una parte del mondo ma non il tutto e basta la rottura del camion per il trasporto tende e viveri per sentirci piccoli in questa vasta natura e risvegliare antiche paure sopite. Poi, il gruppo affiatato, supportato dalla competenza delle nostre guide [e buona volontà dello staff] fa la differenza e sdrammatizza una notte passata in un tendone comunitario ed una cena frugale.
Così il viaggio in Botswana ci lascia nel cuore, negli occhi e negli orecchi, al di sopra di ogni nostra immaginazione, l’impronta di questa natura libera, incontaminata, grandiosa [e ben conservata]; ci chiediamo: se le nostre sensazioni sono così forti ed indelebili, quanta meraviglia questi luoghi e genti devono aver impresso nei primi esploratori.
Tiziana